Con la festa tricolore del 2 giugno il
popolo e le istituzioni italiane celebrano una ricorrenza
fondamentale, la nascita della Repubblica Italiana. Si tratta di un
evento commemorativo di una data storica. Infatti il 2 giugno del
1946 si svolse sul territorio italiano un referendum istituzionale
che aveva un significato drammatico. Il popolo, che usciva dal
ventennio fascista, all’indomani della conclusione del secondo
conflitto mondiale avrebbe dovuto scegliere tra la repubblica e la
monarchia. Era un momento decisivo e con un grande significato,
giacché il regime fascista aveva governato proprio con l’appoggio
della monarchia.
Gli italiani scelsero la repubblica,
non senza spargimento di sangue a causa di incidenti in alcune città
della penisola.
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In realtà la scelta della data del 2
giugno, per svolgere la celebrazione, ha subito negli anni diversi
cambiamenti. Dal 1948, data della prima ricorrenza della
proclamazione della repubblica, fino al 1977 si stabilì di
festeggiare nel giorno esatto in cui si era tenuto il referendum,
ossia il 2 giugno. Tuttavia, in ragione della grave crisi economica
mondiale, a partire dal 1977 la ricorrenza venne celebrata la prima
domenica di giugno. Era una decisione che mirava a non bruciare una
giornata che per tutti gli occupati era lavorativa, per giunta in un
momento storico di grande difficoltà a causa dall’aumento del prezzo
del petrolio; si era infatti all’indomani della guerra del Kippur che
aveva provocato un embargo contro i paesi filoisraeliani e la
conseguente crisi energetica. Soltanto nel 2000 il governo Amato
stabilì che si tornasse alle origini ripristinando la data del 2
giugno come giornata ufficiale delle celebrazioni.
Come viene ricordata quella giornata
così importante? Ogni anno la cerimonia apre con un gesto fortemente
simbolico, che collega idealmente due momenti fondamentali di quel
periodo storico. La fine del conflitto mondiale, che aveva visto la
morte di tantissimi soldati italiani, e il cambiamento istituzionale
sancito dalla proclamazione della repubblica.
La deposizione di una corona d’alloro
sulla tomba del milite ignoto vuole rendere omaggio a tutti i caduti
nel corso della seconda guerra mondiale. La cerimonia della
deposizione si svolge sulla scalinata del Vittoriano, l’Altare della
Patria. Si tratta di un monumentale edificio progettato
dall’architetto Sacconi. I lavori di costruzione dell’opera, dedicata
a Vittorio Emanuele II, iniziati nel 1885 si conclusero nel 1935.
L’edificio sorge in piazza Venezia, proprio nella piazza in cui si
trova Palazzo Venezia, dove Benito Mussolini aveva stabilito il
proprio ufficio e dalla cui finestra teneva i suoi discorsi pubblici.
Dopo la deposizione della corona
d’alloro viene eseguito l’inno italiano, scritto nel 1847 dal
ventenne genovese Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro.
Mameli era un patriota che si distinse per alcuni atti di ostilità
contro gli austriaci che gli valsero il grado di capitano
nell’esercito di Garibaldi.
Al termine dell’esecuzione dell’Inno di
Mameli, assisterete ad uno degli eventi più spettacolari e attesi
del 2 giugno. Le Frecce Tricolori infatti attraversano il cielo della
capitale d’Italia disegnando cortine bianche rossi e verdi che
disegnano figure difficilissime da eseguire. Una delle più celebri e
amate è il cuore trafitto. La Pattuglia Acrobatica Nazionale, nata
nel 1961, è anche la più numerosa del mondo. La flotta si compone
di dieci aerei, un solista e nove in formazione. Le acrobazie che gli
aerei eseguono sono una ventina, e l’intera esibizione dura trenta
minuti. Dopo aver eseguito una serie di figure spettacolari
l’esibizione si chiude con la formazione al completo che esegue in
aria un tricolore che si estende per cinque chilometri, mentre
risuona l’inno italiano solitamente affidato ad una voce “lirica”.
La Parata in onore della Repubblica
italiana
La cerimonia del 2 giugno si compone
principalmente di due momenti solenni, che si snodano attraverso una
serie di atti simbolici previsti da un cerimoniale piuttosto rigido.
Al termine dell’esibizione della Pattuglia Acrobatica prende il via
la seconda parte della Festa della repubblica. Il Capo dello Stato,
infatti, a bordo dell’auto presidenziale, una Lancia Flaminia del
1964, si reca in via di San Gregorio dove, in compagnia del
Comandante Militare della città di Roma, passa in rassegna i reparti
militari schierati.
Si tratta di un momento sempre
suggestivo, se non altro per la location che ospita la cerimonia. A
fare da sfondo alle truppe schierate militarmente c’è l’Arco di
Costantino, un’opera di architettura romana costruita per celebrare
la vittoria dell’imperatore contro Massenzio, nel corso della
battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C. Quella vittoria cambiò la
storia del mondo perché Costantino, proclamato imperatore unico
d’occidente, con l’editto del 313 pose fine alle persecuzioni contro
i cristiani in tutto l’impero, di fatto dando il via alla massiccia
diffusione della religione cristiana.
È a questo punto che può prendere il
via la parata militare, che si svolge su via dei Fori Imperiali.
Sfilano tutte le forze armate di cui dispone la Repubblica, e di cui
il presidente è il capo supremo.
Insieme ai reparti dell’esercito
partecipano alla parata anche i corpi di Marina, Aeronautica e
Carabinieri. Oltre a loro sono presenti gli uomini della Guardia di
Finanza e le forze dell’ordine della Polizia insieme ai Vigili del
Fuoco, alla Croce Rossa alla Guardia Forestale. Anche se ogni anno
non manca l’aspro dibattito sul costo della manifestazione, si tratta
di una sfilata molto apprezzata non soltanto dai turisti ma anche dai
bambini.
Gli automezzi che sfilano rappresentano
uno spettacolo anche a causa dei loro colori sgargianti. Tuttavia nel
corso degli anni la sfilata ha perso alcuni dei suoi elementi, per
accrescere la componente “civile” a discapito di quella
“guerresca”. Sono dunque rimaste le fiammeggianti autobotti dei
vigili del fuoco ma ormai sono stati aboliti i mezzi cingolati, i
cannoni, gli elicotteri; tuttavia sono stati ripristinati i
corazzieri a cavallo.
Si tratta in ogni caso di uno
spettacolo non indifferente anche perché il corteo si compone di
circa 3.500 unità.
La cerimonia del 2 giugno si conclude
nel pomeriggio, quando vengono aperti al pubblico i giardini del
Quirinale, creati nel 1889 per onorare la visita di Guglielmo II a
Roma.
Avrete la possibilità di accedere
eccezionalmente allo spazio verde dell’edificio, in cui si trovano le
aiuole geometriche del palazzo che ammirerete percorrendo il viale
delle Palme. I giardini ospitano numerosissime specie arboree
visibili percorrendo i sentieri fiancheggiati da splendide piante di
alloro. Ci si imbatte successivamente nella Fontana delle Tartarughe
e in quella dei delfini. Ma è nella varietà delle piante che si
racchiude il valore di questo luogo, accessibile esclusivamente nella
data del 2 giugno. Vi troverete immersi in una vegetazione composta
da palme, cedri libanesi, pini, palme e cespugli di rose.